LA SELVA 2.0
Uno spaventapasseri di pietra alto cinque metri svetta vicino all’ingresso de La Selva di Paliano. E’ come un guardiano immobile del parco, dalle forme appena abbozzate e a vederlo bene da vicino sembra il risultato di un gioco, di uno scherzo. Vorrebbe spaventare gli uccelli, ma loro si posano indifferenti sulle sue braccia tese. Ha in testa una sorta di grosso cappello sempre di pietra, ma in realtà è una mangiatoia per gli uccelli.
L’ha scolpito verso la fine degli anni ’80 un giovane artista originario della Transilvania: Gyula Jakabffy. E’ stata una delle tante bizzarrie nate dalla mente vulcanica di Antonello Ruffo di Calabria. Per il suo parco. L’aveva appena conosciuto quel ragazzo dai modi raffinati, pieno di estro e di talento, capace di lavorare il bronzo, il gesso, il marmo, la pietra. E l’aveva invitato subito a La Selva per un lungo soggiorno creativo. “Più che un’opera d’arte è stato un gioco che abbiamo fatto insieme – racconta Gyula – ci siamo molto divertiti. I mesi trascorsi al Parco rappresentano uno dei periodi più belli della mia vita. Ho visto Antonello agire nel suo elemento, l’ho visto sognare e cercare negli altri il desiderio del sogno. Sogno e non bramosia o pianificazione commerciale”.
Già, il sogno. Sembra che ogni zolla di terra de La Selva sia intrisa di sogni. Te ne accorgi osservandola da lontano, lo capisci quando cammini lungo i suoi sentieri. Sogni e sfide. Alcune delle quali veramente incredibili. Era o non era la sede del primo Parco Uccelli italiano?
Nel corso degli anni milioni di persone da tutta Italia hanno calpestato quelle zolle, hanno percorso quei sentieri. Tornavano a casa soddisfatti avendo imparato qualcosa sulla natura e su molte specie di volatili esotici. Poi il fallimento e il declino.
Oggi La Selva non appartiene più al suo vecchio proprietario. Il fluire dei sogni di Antonello Ruffo si era interrotto da tanto tempo. Ma lei è sempre lì, come in attesa, vuota, bruciacchiata e ferita dagli incendi, in lotta contro il degrado. Bellissima nonostante tutto.
Aspetta e resiste insieme allo spaventapasseri scolpito da Gyula, il suo guardiano immobile.
Giusy Colmo
La foto è tratta da: agriselvapaliano.com