CULTURA:
Forse solo la traduzione del nome Allhallow’s-even (contrazione scozzese settecentesca dell’inglese che significa Vigilia di Ognissanti) dovrebbe bastare a ricordarci che la nostra cultura prevede la festa di Ognissanti e pertanto non avrebbe molto senso mutuare la stessa (o quasi) celebrazione da un’altra cultura ed ignorare la nostra.
Non è tanto il dilagare del “dolcetto o scherzetto” a disturbarmi, quanto il pensiero unico che fagocitando le peculiarità, finisce per spersonalizzare rendendoci masse più funzionali al consumo che al pensiero autonomo.
E poi che gusto c’è a viaggiare in un dato posto per assaporarne i profumi, i colori, gustarne i cibi, farsi permeare da usi, costumi e tradizioni tipiche quando è tutto qui – magari storpiato – ma a un passo da casa?!
Questo sì mi disturba. Anzi no, mi atterrisce.
Cosa ci spinge ad ignorare le nostre tradizioni o peggio a rinunciarvi per non dispiacere chi non le condivide, mentre ci fa essere aperti e zelanti quando si tratta di importare quelle altrui?
Perché della globalizzazione riusciamo a cogliere solo il lato peggiore?
Ecco, per me Halloween all’italiana – non me ne vogliano le mie amiche mamme di adorabili bimbi mascherati – è proprio l’incarnazione del lato peggiore della globalizzazione imperante.
Michela Murzilli
immagine tratta dalla rete
Condivido in tutto. Brava.
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