STORIE:
La prima “pillola” del mio pellegrinaggio in Terra Santa parte da Nazareth, dall’annuncio di quello che sarebbe avvenuto. Immaginate un’area collinare in pieno centro cittadino che ricopre i resti del villaggio da cui, 2000 anni fa, è partito tutto. Oggi Nazareth, malgrado il caos, il traffico e l’assoluta mancanza di senso dell’urbanistica, conserva intatto il suo valore e il fascino che derivano dal custodire la Grotta nella quale avvenne l’Annunciazione.
“Verbum caro HIC factum est”. QUI, a Nazareth, dove viveva la Vergine Maria con la sua famiglia, ha avuto inizio la storia della Fede dei cristiani. In questo sperduto, minuscolo (all’epoca), centro della Galilea, dentro un tugurio scavato nella roccia, la Sapienza di Dio si è fatta carne nel grembo di una giovane donna.

Ho provato una sensazione forte di casa entrando per la prima volta nella Basilica dell’Annunciazione dove risuona un’unica voce, quel “Kaire Maria” (Rallegrati, Maria), ossia la più antica invocazione mariana finora conosciuta. La testimonianza è graffita su un basamento di colonna risalente al periodo pre-bizantino; è stata lasciata da uno dei primi pellegrini e si conserva in una teca nel Museo del Santuario dell’Annunciazione insieme ad altri reperti archeologici. Proprio i diari dei pellegrini che si sono recati in Terra Santa già dai primi secoli dopo la nascita di Cristo hanno impresso il sigillo di veridicità storica a quei luoghi. E’ stata così assicurata la continuità nella tradizione grazie alla quale possiamo essere certi che quel fazzoletto di terra è davvero l’angolo di mondo dove Dio ha scelto di rivelarsi agli uomini. E’ lì che Cristo è cresciuto, ha lavorato, ha scelto i suoi amici, ha operato prodigi, ha predicato il Regno di Dio, prima di affrontare una morte atroce anch’essa documentata e riscontrata nelle fonti storiche diverse dai Vangeli.
Questo è uno degli aspetti che maggiormente hanno orientato la mia visita in Terra Santa. Perché se non ci si affida alla bussola della storia e del riscontro dei fatti narrati, l’aspetto emotivo rischia di prendere il sopravvento e, probabilmente, di velare di pura suggestione una ricerca di significato che ha avuto, invece, diverse tappe di approfondimento. E’ passata per il Monte Tabor, al Santuario della Trasfigurazione,

per Cana, il luogo dove è avvenuto il primo miracolo della trasformazione dell’acqua in vino durante le nozze (le coppie di sposi hanno rinnovato le promesse matrimoniali): è proseguita per Cafarnao, la città di Pietro,

dove la meditazione si è concentrata sul tema dell’amicizia, il lago di Tiberiade attraversato in battello,
e poi Tagba, il luogo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, fino al monte delle Beatitudini.
Qui facciamo una sosta anche noi per poi riprendere il viaggio in direzione di Gerusalemme.
Annalisa Maggi
Immagine copertina: L’interno della Basilica dell’Annunciazione a Nazareth